Ho impiegato del tempo prima di mettermi a scrivere questo post perché, se da una parte ormai i viaggi in famiglia sono diventati una consuetudine, dall’altra le emozioni ed i timori della nostra prima trasferta sono ancora ben presenti in me, al punto da farmi avvicinare con titubanza al momento della loro trascrizione nero su bianco.
Come avevo anticipato qui a Pasqua ci siamo regalati alcuni giorni a Trento e Rovereto.
Le preoccupazioni erano tante e con molta probabilità comuni a quelle di tutte le mamme. Il viaggio in auto ha rappresentato la prima insidia, il cui superamento non è stato facile. Per esigenze di lavoro siamo partiti nel tardo pomeriggio, cosa che ha comportato la necessità di dover intrattenere la bimba per tutto il tempo, dato che ormai era passato il tempo della nanna. Ringrazio tutte le mamme travel blogger per avermi suggerito di preparare un cd con le sigle dei cartoni animati preferiti e di tenere a portata alcuni giocattoli per poterla distrarre quando la noia avesse preso il sopravvento. Devo ammettere che all’arrivo ero più stanca io di lei che, per altro, è crollata nel suo lettino in poco tempo.
Il primo giorno ci siamo dedicati alla visita di Trento. La città appare subito a misura d’uomo e particolarmente attenta alle esigenze delle famiglie con neonati. Nella testa avevamo un sacco di domande, come: chissà se riusciremo a visitare qualcosa? La bimba starà buona o non ci farà godere la vacanza? Per fortuna le abbiamo accontonate presto e, armati di una sana incoscienza, ci siamo avvicinati alla visita del Castello del Buonconsiglio. L’accesso prevedere una lunga rampa di scale, cosa che lo rende difficile con passeggino al seguito che, per altro, va lasciato in biglietteria al momento dell’ingresso. Eravamo consapevoli di questa cosa, quindi abbiamo portato anche il mei tai, dove la bimba è stata messa per consentirci la visita del castello.
Il castello custodisce un importante patrimonio artistico, presente tra l’altro nella Torre dell’Aquila visitabile ad orari prestabiliti con una guida pagando con un piccolo sovrapprezzo. Noi abbiamo preferito evitarla perché gli orari della bimba erano ancora difficilmente gestibili. Le sale e i giardini ci hanno riservato piacevoli sorprese e un tuffo nella storia. Sul lato est del castello si trova la Fosse dei Martiri, dove nel 1916 vennero giustiziati i militari Damiano Chiesa, Fabio Filzi e Cesare Battisti accusati di tradimento verso l’Austria.
Prima di diventare mamma non avrei mai immaginato di poter visitare un museo con un neonato. Grazie al muse questo è diventato possibile. Ci siamo stati il giorno di Pasqua, dopo aver preventivamente acquistato i biglietti online. L’ingresso è una grande sala a cielo aperto, da cui già si intravedono le opere che si potranno ammirare una volta supera i controlli di accesso. Segnalo che i ticket famiglia obbligano comunque al passaggio in cassa per il ritiro del biglietto gratuito destinato ai neonati, cosa non specificata sul sito.
Il museo si avvale della metafora della montagna per raccontare lo sviluppo della vita sulla Terra. Si parte dal piano più alto dove si può ammirare la natura e gli animali delle alpi, fino ad arrivare a quello interrato che mostra i primi abitanti del nostro pianeta e la ricostruzione di alcuni esperimenti scientifici volti ad appurare la composizione della materia. In mezzo ci sono tre piani in cui la storia dell’uomo e quella degli animali si dipana davanti agli occhi dei visitatori in un percorso totalmente a misura di famiglia.
Gli ascensori che collegano i piani sono grandi, adatti a passeggini e carrozzine per i disabili, le opere esposte sono collocate in maniera tale da consentirne il passaggio in maniera agevole e tutto ciò che è a portata di mano può essere toccato. Ho chiesto qualche informazione in merito a quest’ultima particolarità, piuttosto rara in un museo italiano, mi è stato spiegato che è stata proprio una scelta per avvicinare le famiglie al museo, facilmente realizzabile collocando i reperti di valore in teche protettive, permettendo al pubblico di toccarne delle fedeli riproduzioni.
Il momento della pappa non è stato un problema visto che ho potuto dare il biberon alla bimba su una panchina collocata in uno dei piani. Nel caso in cui avessi dovuto allattare avrei potuto anche usufruire di una sala dedicata. Una nota di particolare merito va poi ai bagni, dotati di tutto quello che può servire ad un neonato, distributore di acqua calda compresa.
Una nota particolare va infine al B&B dove abbiamo soggiornato. Si tratta di una casa indipendente posta all’interno di un grande cortile, distante solo pochi minuti dal centro di Trento. La cucina è perfettamente attrezzata ed utilizzabile per preparare pranzi o cene. Noi lo abbiamo trovato molto utile, visto che la nostra bimba si addormenta presto la sera e, per ora, non andiamo al ristorante.
A breve scriverò la seconda parte del viaggio, dove vi parlerò di Rovereto, altra città da visitare in famiglia.